Condividiamo l’editoriale di Loredana Cirillo per il settimanale d La Repubblica (sabato 22 marzo 2025)
“Oggi sono davvero arrabbiato, triste…Non esiste che il Milan sia fuori dalla Champions…Non vorrei passare tutto il colloquio su questo ma sono proprio turbato e credo che sia importante parlarne. La squadra è il mio spazio relax, il mio appuntamento sicuro, il pieno nelle serate vuote.” Francesco ha 26 anni ed è un praticante avvocato. Non sa perché nel corso della seduta si trovi a parlare delle sue pene calcistiche. Sente l’argomento bizzarro, di certo inconsueto rispetto alle questioni che di solito affronta in seduta, ma è troppo pressante dentro di lui la pena e non si spiega il motivo.
Francesco inizia a muovere i primi passi per imparare un mestiere ma spesso nello studio in cui lavora non gli assegnano particolari mansioni da svolgere e per questo si sente sottodimensionato, si interroga sul suo valore, sull’immagine che sta dando di sé. È l’ultimo arrivato ma dentro di lui oscillano posizioni contrastanti tra il volersi dare da fare per imparare e uno strano desiderio di schivare gli incarichi, essere evitato e ignorato per non entrare davvero nella partita professionale. Come se una parte non troppo marginale di lui sentisse di stare “stare bene in panchina”e che, tutto sommato questa condizione rappresenti un privilegio, anche se strano da comprendere e difficile da accettare. Non esporsi gli consente di non incontrare il giudizio, evita di farlo sentire incapace, di fargli toccare con mano l’eventuale fallimento. Ciò che più lo attanaglia,tuttavia, è scoprire di aver vissuto fino ad ora in un grande bluff, capire che questo lavoro non faccia per lui, mettere a fuoco che di diventare un vero avvocato non gli importi proprio nulla. Francesco ha paura di scoprire di essere finito lì per caso e di non sapere dove altro rivolgere il proprio sguardo per costruirsi un futuro da adulto, socialmente riconosciuto. Se non farà l’avvocato non c’è nient’altro che senta di potere o volere fare. In altre parole Francesco teme di scoprire di non possedere una vera identità, di non sapere cosa voglia dalla vita, per cosa abbia senso alzarsi ogni mattina dal letto.
Forse ora appare più chiaro cosa c’entrasse l’angoscia che aveva portato in seduta per l’eliminazione dalla coppa. Il vuoto lasciato dalla sua squadra amplifica il senso di vuoto che abita dentro di lui. Francesco ha surfato sulle onde della sua crescita fino a qui, è persino riuscito a conseguire una laurea ma spesso è fuggito dai suoi pensieri e dalle sue verità, per non contattare sentimenti