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Condividiamo l’intervista di Valeria Pini per La Repubblica a Matteo Lancini sulla nuova serie tv We are who we are, che ha come protagonisti degli adolescenti alle prese con la difficile ricerca della propria identità sessuale.

Caitlin vive da diversi anni nella base militare statunitense di Chioggia con la famiglia. Appare decisa ma nasconde le sue insicurezze. Non sa ancora se preferisce le ragazzi o le ragazze. Fa amicizia con Fraser. Anche lui affronta problemi simili. Sono gli adolescenti protagonisti di We are who we are (Siamo quello che siamo). Un traguardo difficile quello dell’accettazione per molti adolescenti alla ricerca di un’identità sessuale. Giovani in bilico fra l’infanzia e il mondo degli adulti. Un tema che nella serie We are who we are  (in onda su Sky) Luca Guadagnino che descrive con attenzione.

“E’ interessante perché tutto si svolge in una caserma, un luogo che sembra senza tempo, pieno di regole e di imposizioni. Tutto questo è in contrasto con la fluidità delle scelte dei ragazzi. Vivono liberamente in modo completamente nuovo dagli adolescenti di ieri”, spiega Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta. presidente della Fondazione Minotauro di Milano.

Nel film anche le loro scelte sessuali appaiono fluide. La distinzione fra i sessi si fa sempre più sfumata.
“Non c’è più necessariamente una distinzione netta tra eterosessualità, bisessualità e omosessualità. Oggi le scelte sono individuali. Un ragazzo può innamorarsi di una ragazza e in seguito scegliere una persona del suo stesso sesso. E’ cambiato il modo di intendere, la crescita, il corpo, di affrontare il percorso di costruzione identitaria”.

Come affrontano oggi i giovani i primi rapporti sessuali?
“Non esiste più il valore della perdita della verginità che in passato era un rito di passaggio. Oggi è diffusa una precocizzazione dei comportamenti sessuali  ma non del primo rapporto. Lo confermano anche studi recenti. Si tende a rinviare quel momento”.

C’è meno interesse nel sesso?
“C’è stata una sovraesposizione a immagini, anche pornografiche, che ha contribuito a un cambiamento, a una diminuzione della curiosità dei ragazzi. Oggi l’attrazione è riflettersi nell’altro. Si vuole vivere nella mente dell’altro piuttosto che penetrarsi. Installarsi nella mente piuttosto che nel corpo dell’amato o dell’amata. La coppia è sempre più narcisistica e si fonda sullo scambio d’immagine. In questo contesto si fa ampio ricorso al sexting”.

Anche la tecnologia ha un ruolo centrale in questo cambiamento?
“Sicuramente la tecnologia e i rapporti virtuali hanno un ruolo, ma c’è anche altro. Un aspetto spesso ignorato è la procreazione assistita che è stata una grande rivoluzione. I nostri nonni dovevano fare sesso per procreare, ora tutto è diverso. Il sesso non ha più la centralità di una volta”.

Nella serie Caitlin si veste come un maschio, ha un fidanzato, ma è attratta dalle ragazzine. Anche l’amico Fraser ha un’identità sessuale poco chiara.
“Oggi la cultura ci rende più liberi e anche l’orientamento sessuale è fluttuante. Anche i genitori sono più liberi e educano maschi e femmine in modo simile, senza quella differenza di ruoli che c’era in passato”.

I comportamenti dei ragazzi mutano anche perché il mondo sta cambiando?

“Il mondo di oggi ha meno certezze, tutto è più fluido. I ragazzi sentono questa incertezza e questo porta con sé nuove possibilità ma, a volte, può anche essere causa di malessere.

Cosa dovrebbero fare i genitori per sostenere i figli in quest’età di passaggio?

“A volte siamo impegnati a cercare di essere autorevoli. Ma dobbiamo essere incuriositi dai figli. Dobbiamo viverli come altro da noi. Dobbiamo essere più curiosi e vivere il rapporto senza angoscia e ansia. Ogni genitore dovrebbe accettare il figlio e amarlo per quello che è”.

 

Fonte: Repubblica.it