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Condividiamo l’editoriale di Matteo Lancini per La Stampa.

Gioventù e velocità: ciò che appare come un binomio scontato, nasconde ben altre ragioni. L’adolescenza non è l’età dell’onnipotenza che invece è un sentimento tipico dell’infanzia, la sperimentano i bambini che infatti temono per la morte dei propri genitori più che per la propria. L’adolescenza piuttosto, è l’età della scoperta e della fine dell’onnipotenza poiché si accede a un dato incontrovertibile della vita, si scopre cioè un aspetto ineludibile dell’esistenza, ovvero che si morirà. Per questo l’adolescente affronta di più il tema della propria morte che quella degli altri e per questo assume in molti casi comportamenti a rischio.

Il rischio può originare dalla spinta a controllare attivamente la morte, e purtroppo alcuni ragazzi e alcune ragazze, sfidandola troppo da vicino, ci finiscono tra le braccia.

Anche la paura è un’esperienza che si ricerca in adolescenza per lo stesso motivo; quote di paura servono a testimoniare a se stessi e al mondo che si è in grado di procedere, di crescere e di andare avanti nonostante al termine della corsa di ognuno di noi ci sia la morte.

Crescere senza rischi è impossibile e per questo è molto importante promuovere occasioni di riflessione e di elaborazione sui comportamenti a rischio in adolescenza e sui motivi affettivi profondi che spingono ad assumere questi comportamenti.

Negli ultimi anni, inoltre, la fragilità delle giovani generazioni, la sensazione di non avere un posto nella società attuale e nel futuro, la delusione e il senso di inadeguatezza e di fallimento sempre incombenti, spingono i ragazzi a compiere azioni in cui la vita può essere messa a rischio attraverso una sfida in cui non si ha molto da perdere.

Per alcuni adolescenti la guida spericolata, così come altri comportamenti estremi, assomiglia molto a un gesto autolesivo e parasuicidale.

Per questo motivo le campagne informative e di prevenzione sulla guida consapevole, sul rispetto delle regole e dei codici della strada e sulla non assunzione di alcole droghe, non sono sufficienti.

Troppo spesso gli adulti ritengono che alla base di questi comportamenti ci sia l’onnipotenza, l’inconsapevolezza, il mancato riconoscimento delle conseguenze delle proprie azioni.

In realtà, in molte occasioni ci troviamo di fronte a un comportamento autodistruttivo le cui ragioni pro- fonde sono da ricercare in un’assenza di prospettiva di vita che porta alla diminuzione dei limiti necessari a garantire la propria e altrui sopravvivenza.

Le campagne di sensibilizzazione alla guida sicura dovrebbero quindi essere accompagnate da interventi preventivi che affrontino ogni giorno a scuola il tema della morte e il crescente aumento di pensieri e gesti suicidari che caratterizzano le nuove generazioni.

Compito dell’adulto è quello d’informare ma anche quello di promuovere occasioni di elaborazioni di tematiche drammatiche e difficili anche da pensare, attualmente presenti nella mente di molti giovani.