Lunedì 9 Maggio 2017 presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Arpad-Minotauro la prof.ssa Lesie Rescorla, ricercatrice nota a livello internazionale e direttore del Child Study Institute presso il Bryn Mawr College, ha svolto una lezione sull’utilizzo del sistema ASEBA (Achenbach System of Empirically Based Assessment) nella comprensione della psicopatologia da una prospettiva evolutiva, una prospettiva che è stata proposta da lei e da Thomas Achenbach già cinquant’anni fa e che in questi decenni ha raccolto in tutto il mondo una grande mole di dati in una prospettiva di psicopatologia evolutiva.
La prof.ssa Rescorla si è in particolar modo soffermata sul grado di accordo con cui gli adulti, i genitori e gli insegnanti, e gli adolescenti descrivono i problemi di questi ultimi.
I risultati di una ricerca su 30.000 adolescenti di 25 Paesi in tutti i continenti mostrano che, nella popolazione generale gli adolescenti tendono a percepirsi come più problematici rispetto alle descrizioni che ne fanno i loro genitori. Questo risultato sembra smentire l’impressione diffusa che di adulti preoccupati e adolescenti che banalizzano il proprio disagio.
L’accordo sulla definizione dei problemi in generale, tra adolescenti, padri, madri e insegnanti è basso. Questo significa che è fondamentale tener conto di più punti di vista quando si devono descrivere i problemi.
Un altro dato importante è che, se tra sguardo adulto ed adolescenziale nella popolazione generale vi è sufficiente accordo rispetto a quali siano i problemi principali dei giovani, quando ci si addentra nelle singole dinamiche familiari, le “incomprensioni”, intese come punti di vista differenti sui problemi emotivi e comportamentali dei ragazzi, si fanno più frequenti.
Quando si considerano i campioni clinici, gli adolescenti presi in carico a livello psicologico, vi sono differenze significative rispetto a quanto avviene nella popolazione generale. Mentre in generale gli adolescenti dicono di avere più problemi di quanti gli adulti riconoscano loro, nei campioni clinici è l’opposto: i genitori sono più preoccupati per i loro figli, che invece tendono a riconoscersi un minor livello di problematicità.
Nella popolazione clinica, inoltre, i genitori attribuiscono ai figli un livello di problematiche internalizzanti superiore a quello che questi ultimi si riconoscono, mentre c’è un maggiore accordo sul versante delle problematiche esternalizzanti (trasgressività e aggressività). Anche questo dato sembra in parte smentire certe convinzioni cliniche.
Non emergono differenze significative in tutti questi dati, su accordi e disaccordi tra adulti e ragazzi, tra maschi e femminine e tra la prima o la seconda parte della fase adolescenziale.
Concludendo il suo intervento, la prof.ssa Rescorla ha sottolineato l’utilità dei più recenti modelli di psicopatologia evolutiva, in particolare modo l’approccio gerarchico alla psicopatologia, condiviso e sostenuto dal gruppo di recente costituzione HiTOP (Hierarchical Taxonomy of Psychopathology).
Il Minotauro, attraverso la Scuola di Specializzazione e il Centro Studi e Ricerche sull’adolescenza, continuerà la collaborazione con Laslie Rescorla e Thomas Achenbach, già attiva da anni, in progetti di ricerca condivisi.