Condividiamo l’articolo scritto da Federica Venni e pubblicato da LaRepubblica il 19 Novembre 2025.
Milano ha un problema sicurezza? Le notti violente dei giovani mettono paura. E la politica litiga
di Federica Venni
Ha il numero più alto di denunce, ma il sindaco replica: “Qui più fiducia nella giustizia”. Gli esperti: “Il disagio dei giovani di oggi non ha nulla a che fare con la trasgressione adolescenziale”
Una città che secondo alcune classifiche è prima per la qualità della vita in virtù dei servizi che offre, ma che sull’abito da metropoli internazionale che fa numeri da capogiro tra Pil e turisti, ha sempre una grossa macchia nera. Milano ha un problema che si chiama sicurezza. Gli ultimi numeri di un’altra recente graduatoria, quella del Sole 24 Ore, disegnano una cornice ritagliata sulle denunce di reato registrate nel 2024 ogni 100mila abitanti. E a Milano sono state 6.952, 225.786 in totale: la città è la prima in Italia, anche se i reati sono in calo – 4.600 in meno – rispetto all’anno precedente. Numeri, che, lo ricorda sempre il sindaco Beppe Sala, vanno contestualizzati tenendo conto di un fatto: “A Milano si denuncia di più che in altre città e questo è anche un segno di fiducia nella giustizia, nonostante le polemiche politiche”.
Al primo posto, tra le tipologie di reato, c’è la rapina in strada: esattamente quello che è successo al ventiduenne studente dell’Università Bocconi accoltellato per 50 euro nella zona della movida di corso Como da un gruppo di ragazzini italiani di Monza. E sono proprio i giovanissimi, di diversa provenienza sociale e familiare, a essere i protagonisti di molti reati in città: “Diversi dati ci dicono che negli ultimi anni c’è una diminuzione di alcuni reati tra i giovani, tipo i furti, ma un aumento di gesti molto violenti accompagnati dall’idea di uscire di casa con il coltello”. A spiegarlo è lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, docente dell’Università Bicocca e presidente dell’Istituto Minotauro che svolge attività di prevenzione del disagio evolutivo: “In questi anni c’è un problema molto importante legato alla mancata legittimazione delle emozioni disturbanti. Il disagio dei giovani di oggi non ha nulla a che fare con la trasgressione adolescenziale, fenomeno che non vediamo più da anni, ma dall’impossibilità di esprimere paura, tristezza e rabbia a scuola e a casa”. Emozioni che, represse, sfociano poi “in forme espressive sempre più violente”, come i coltelli in strada.
Quello della sicurezza è un tema politicamente controverso, a maggior ragione a un anno e mezzo dalle prossime elezioni comunali, con una campagna elettorale che rischia di giocarsi tutta, o quasi, su questo tema. “I cittadini e l’opinione pubblica se la prendono sempre con i sindaci, ma noi, si sa, possiamo fare poco”, dice Sala. E quel “poco” è la gestione dei vigili urbani, sulla quale il sindaco ha scommesso e puntato dall’inizio del mandato: aveva promesso più assunzioni e così si sta facendo. Al momento il corpo della Polizia locale conta 3.200 agenti, nel 2022 erano 2.800. Solo nel 2025 ne sono stati assunti 410 e gli obiettivi di fine mandato puntano ad aumentare i numeri. Questo, insieme alla riorganizzazione dei turni voluta e messa a punto anche con l’intervento del super consulente del sindaco, l’ex capo della polizia Franco Gabrielli, ha garantito più pattuglie in strada, anche e soprattutto di notte: in media ogni giorno ce ne sono 230 (composte da due agenti), più le unità operative e specialistiche e 20 la notte (composte da tre agenti). Il resto – cioè polizia e carabinieri – lo ricorda sempre lo stesso Sala, è di competenza del ministero dell’Interno. Il ministro Matteo Piantedosi, che è stato più volte a Milano in prefettura durante le consuete riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, ha da tempo promesso l’invio di più agenti, ma, spiega il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Pierfrancesco Majorino, ancora non si sono visti: “La destra la smetta di fare polemiche sul tema della sicurezza, cosa sta aspettando il governo a inviare a Milano i 500 agenti che aspettiamo da tre anni?”. A fargli eco sono anche alcuni consiglieri comunali, come il Riformista (ex Pd) Daniele Nahum: “Dove sono gli agenti promessi? Chiediamo all’opposizione di farsi parte attiva e di sollecitare il governo, anziché limitarsi a polemiche spesso inutili”.
E poi ci sono le zone rosse, che, dopo una recente proroga decisa dal prefetto Claudio Sgaraglia, resteranno in vigore fino al 31 marzo 2026: si tratta di un provvedimento che dà la possibilità alle forze dell’ordine di allontanare immediatamente persone moleste o con precedenti. Le aree coinvolte sono diverse: si va da tutto ciò che gravita attorno alle stazioni (Centrale e Garibaldi, ad esempio), ai quartieri della movida come i Navigli, le Colonne di San Lorenzo e la Darsena, fino al centro storico da Duomo a Cadorna. “Stanno funzionando”, ha detto Piantedosi.
Un paio di giorni fa, di ritorno dall’incontro bolognese del Pd proprio sul tema della sicurezza, Sala ne ha parlato a lungo: “La sicurezza è un tema grande, qui a Milano e altrove. Quello che dobbiamo fare, però, piuttosto che continuare a polemizzare sulle responsabilità – è colpa del sindaco o è colpa del ministero – è trovare delle soluzioni. Io quello che vedo, e me lo conferma ogni giorno il comandante dei vigili, è che di fronte a una serie di reati che vengono classificati come reati non gravi non c’è poi detenzione. Non c’è perché si considerano meno gravi, non c’è perché non c’è spazio nelle carceri, e normalmente i reati vengono reiterati. Quindi questo è un tema profondo da affrontare. Si parla solo di più organici, che va bene, ma non si parla del meccanismo tra giustizia e pena”. Sempre Sala: “Siamo tutti coscienti delle criticità della città da questo punto di vista e siamo anche un po’ forzati dalla pressione di nostri concittadini”.
Quindi, “va bene dire che la sicurezza è di sinistra, ma bisogna fare proposte concrete, bisogna lavorarci”. E infatti è proprio il Pd, anche sulla scia di quanto detto da Elly Schlein sabato sulla necessità di occuparsi del tema, che chiede più attenzione. A giorni dovrebbe definirsi un mini rimpasto di giunta, e l’affaire sicurezza tiene banco: la coalizione, dai Dem ai Riformisti di Italia Viva e Azione, chiede che il sindaco lasci le deleghe, assunte a marzo dopo una serie di giri di competenze, e rinomini un assessore ad hoc. Difficile trovare qualcuno che voglia farlo a un anno e mezzo dalle prossime Comunali, ma la trattativa tra partiti e sindaco è aperta.
Nel frattempo, ricorda il presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino Michele Albiani, che pure sabato era a Bologna a parlare dei problemi della città, “la sicurezza non riguarda solo gli organici della polizia e gli aspetti securitari”, ma riguarda anche “il coinvolgimento della città. Serve investire risorse – che purtroppo non ci sono – sulla formazione dei ragazzi e sull’aggregazione, e serve che la città ritrovi un forte senso di comunità, che contribuisce a portare maggior sicurezza”. Questo era uno dei capitoli del programma di Franco Gabrielli quando è stato ingaggiato da Sala: ma il superconsulente ha lasciato l’incarico a febbraio, portando a termine la riorganizzazione dei vigili, ma lasciando ancora la parte sulla coesione sociale tutta da scrivere.

