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Riportiamo un estratto di un interessante articolo di Panorama.it, che riprende spunti da alcuni capitoli del libro “Il ritiro sociale negli adolescenti”, sull’utilizzo da parte degli adolescenti della pornografia online e sul fenomeno del sexting.

 

Per quanto riguarda gli adolescenti (maschi, ma anche femmine in misura crescente) l’impatto della dipendenza da porno è ancor più grave. Non solo – nei casi più estremi – fornisce una spinta ulteriore verso l’isolamento sociale, ma può avere effetti collaterali pesanti. Lo spiega bene la studiosa Elena Buday, nel libro a cura di Matteo Lancini Il ritiro sociale negli adolescenti, appena uscito da Raffaello Cortina. Il consumo diffuso di pornografia online, in sostanza, spinge i ragazzi a dissociarsi dalla realtà, in particolare quelli che non hanno ancora avuto esperienze erotiche. Questi giovani applicano alla pornografia, scrive la Buday, «la chiave di lettura che riservano generalmente ai tutorial, filmati in rete che ti insegnano a fare cose che non sai». In pratica, «anche la sessualità rischia di improntarsi a un tentativo di imitazione meccanica, scissa dalle componenti emotive profonde e personali che fondano l’incontro tra il Sé e l’altro. Il rischio è cioè quello che anche la sessualità, così come il corpo, venga vissuta in quanto immagine, ovvero in quanto oggetto di sguardo». 

Il pericolo è che crescano generazioni di giovani la cui educazione sentimentale e sessuale è avvenuta per lo più grazie al porno online. Il video hard diventa così il modello da riprodurre nella realtà, e le conseguenze le abbiamo già sotto gli occhi. Una di queste è la diffusione del sexting, lo scambio di immagini intime attraverso le chat e i social.

«Il sexting è una pratica molto in uso tra gli adolescenti, come confermato da un’indagine di Telefono azzurro e Doxakids (2014), da cui emerge che il 35,9 per cento dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting» scrivono le ricercatrici Loredana Cirillo e Tania Scodeggio. Lo scambio di immagini o, peggio, video sulla rete può rivelarsi però un azzardo. Quando gli scatti privati diventano pubblici accade il disastro. Succede ai più giovani, ma anche agli adulti. Lo dimostra la tragica vicenda di Tiziana Cantone, giovane donna napoletana che si è suicidata nel 2016, a 33 anni. Aveva girato alcuni video quasi per gioco, ma poi le immagini sono finite online e Tiziana, con un clic «di condivisione», è precipitata all’inferno. La sua storia viene ricostruita da Luca Ribustini e Romina Farace in Uccisa dal web (Jouvence), basato sul racconto di Maria Teresa Giglio, la madre di Tiziana. 

Avere a che fare con la pornografia, insomma, richiede una bella dose di consapevolezza. Cosa che, purtroppo, nei giovanissimi non è diffusa. 

 

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