È uscito il testo “Quando la scuola viene ferita. Interventi dopo il suicidio di uno studente” a cura di Antonio Piotti e Giulia De Monte.
Il suicidio di uno studente è uno dei fatti più dolorosi che le scuole possono trovarsi a dover affrontare. Questo evento porta con sé dolore, angoscia e confusione, emozioni che rischiano di paralizzare il funzionamento dell’istituzione scolastica. Per evitare che ciò accada, in diversi paesi del mondo sono state messe a punto delle linee guida d’intervento che le scuole conoscono e seguono tempestivamente. Purtroppo in Italia questi protocolli non esistono e la reazione all’evento tragico dipende da fattori contingenti senza che vi sia una preparazione opportuna.
Questo libro prende in analisi ciò che è accaduto in alcune scuole dopo la morte per suicidio di uno studente, con l’intento di comprendere quali siano le reazioni più comuni che una ferita così lacerante produce. Inoltre, intende suggerire una serie di procedure e di avvertenze su come le istituzioni scolastiche possano reagire all’evento suicidale, sia da un punto di vista concreto, sottolineando quali condotte sarebbe meglio cercare di evitare o perseguire, sia approfondendo le emozioni che vengono più frequentemente attivate e le difficoltà nel gestirle. La finalità è favorire una buona elaborazione dell’evento così da evitare che si possa sviluppare all’interno della comunità che ruota intorno alla scuola ferita un effetto emulativo che rischi di portare ad altri fenomeni suicidali.
Il volume si rivolge a quanti – presidi, insegnanti, psicologi scolastici, educatori – potrebbero doversi misurare con l’evento della morte volontaria e con le sue dolorose conseguenze, con l’obiettivo di fornire una chiave di lettura che aiuti a comprendere i comportamenti più corretti da attuare e gli errori da evitare.