L’adolescente che non riesce a esprimere la propria sofferenza evolutiva comunica il proprio dolore attraverso sintomi, a volte opachi, altre volte più evidenti come nel caso degli “agiti”. Comprendere e dare senso a queste manifestazioni non è un’operazione semplice. È importante utilizzare lenti interpretative, metodi di consultazione e modelli di presa in carico sintonici con un periodo della vita umana più di altri caratterizzato da mobilità, incertezza e instabilità.
L’adolescente fluttua all’interno di un quadro evolutivo che merita cautela e specificità clinica. I miti affettivi e le caratteristiche della società odierna richiedono, inoltre, al dispositivo clinico di prestare particolare attenzione alla distinzione tra nuove normalità e nuove forme di disagio o psicopatologia. A partire da queste considerazioni si è sviluppato e consolidato, all’interno dell’esperienza del Minotauro di Milano, un modello di consultazione e psicoterapia che coniuga teoria evolutiva e psicoanalitica.
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