I miti affettivi familiari e sociali si trasformano nel corso del tempo e influiscono in modo decisivo sulle modalità di affrontare l’adolescenza da parte delle diverse generazioni. La fisiologia della crescita e il disagio in adolescenza dipendono moltissimo dal contesto familiare, sociale e ambientale in cui si nasce, si cresce e ci si trova a realizzare gli ineludibili compiti evolutivi innescati dalla seconda nascita adolescenziale. In un passato sempre più lontano, la cifra distintiva dell’adolescenza era la trasgressione e l’opposizione alle rigide prescrizioni adulte. La famiglia tradizionale e normativa, in collaborazione con la società sessuofobica, spingeva l’individuo, una volta diventato adolescente, a opporsi agli adulti e a trasgredire le regole per realizzare finalmente sé stesso e la propria sessualità, liberandosi dal giogo della colpa e dalle imposizioni della famiglia e della società del “devi obbedire”.
Negli ultimi decenni, le straordinarie trasformazioni familiari e sociali hanno promosso l’era del narcisismo. I bambini sono nati e cresciuti in una famiglia molto più affettiva e relazionale, fortemente orientata a sintonizzarsi sull’espressività e le precoci intenzionalità del nuovo venuto al mondo. I genitori, insieme alla società dell’immagine e dell’individualismo, hanno alimentato aspettative ideali di bellezza, successo e popolarità, che rischiano di crollare con l’arrivo dell’adolescenza. La precocizzazione delle esperienze infantili ha promosso attese straordinarie che difficilmente risultano compatibili con le trasformazioni del corpo e della mente innescate dalla pubertà, determinando sentimenti di vergogna, inadeguatezza e senso di fallimento. Se l’interlocutore dell’adolescente del passato era il Super Io, l’interlocutore dell’adolescente narcisista è stato l’esigentissimo Ideale, un enorme e dispotico grande sé, con il quale il piccolo sé dell’adolescente è stato costretto a fare i conti. La trasgressione sparisce e lascia spazio all’attacco al sé e al proprio corpo, come modalità elettiva di esprimere la sofferenza evolutiva generazionale. I disturbi della condotta alimentare femminili, il ritiro sociale maschile, i tagli inferti al corpo e i tentativi di suicidio si sono così imposti come sintomatologie prevalenti. Oggi, anche questo paradigma è superato.
Negli ultimissimi anni, l’evidente incapacità degli adulti a identificarsi con i propri giovanissimi interlocutori, insieme all’aumento di adolescenti che esprimono la propria sofferenza attraverso polisintomatologie e in balia di un’ansia pervasiva e generalizzata, ci hanno costretto ad accettare una nuova realtà: il mito dell’adolescente narcisista, cresciuto al centro dell’attenzione di scuola e famiglia non esiste più. Siamo definitivamente entrati nell’epoca del postnarcisismo, caratterizzata dalla richiesta paradossale, rivolta a bambini e adolescenti, di crescere all’insegna del “Sii te stesso a modo mio”, proveniente da genitori, insegnanti ed educatori impegnati, in nome della propria fragilità, a investire le nuove generazioni di un mandato che li faccia sentire adulti adeguati e autorevoli. Sovraintendere la mente dell’altro, in nome delle proprie fragilità e della necessità impellente di sentire di svolgere bene il proprio ruolo, è il mantra, spesso inconsapevole, della società odierna. Una società dissociata, dove i genitori hanno sequestrato il corpo dei figli, non consentendo loro nessuna esperienza di gioco e socializzazione fuori dal controllo degli adulti, per poi lamentarsi della diffusione di videogiochi e social. Una società in cui la scuola alimenta competizione sin dalle prime settimane della primaria attraverso bollini di diverso colore, per poi lamentarsi dell’individualismo e della competitività dei giovani frequentatori dell’edificio scolastico e dove le società di calcio dividono i giovanissimi atleti in squadre A, B e C, a seconda delle capacità dei singoli, per poi sgridare un bambino che esclude un compagno meno bravo dalla rete dei suoi passaggi del pallone.
La famiglia odierna ascolta i propri figli molto più che in passato, ma fatica enormemente ad ascoltare cosa hanno da dire le nuove generazioni, rimuovendo la possibilità di esprimere emozioni come la tristezza, la paura, il senso di fallimento, troppo dolorosi per poter essere tollerati. Oggi l’adolescente è alle prese con un vuoto identitario e un’assenza di prospettive future che dipendono dal fatto di non aver potuto esprimere aspetti nucleari della propria identità nascente. Oggi l’interlocutore dell’adolescente non è più il Super Io, non è più neanche l’Ideale ma è un senso di vuoto e di solitudine proprio di chi è cresciuto dovendo essere sé stesso a modo della mamma, del papà e dell’insegnante. Per questo, oggi, l’ansia non è più ansia da prestazione ma è un’ansia generalizzata. L’ansia dell’adolescente odierno è angoscia, ma siccome l’espressione è, per noi adulti fragili, troppo angosciante, continueremo a chiamarla ansia.
In questo convegno proveremo a inquadrare e dare senso alle nuove sintomatologie adolescenziali, sostenendo una declinazione di una funzione adulta davvero identificata su cosa significhi essere un adolescente e un giovane adulto nella società postnarcisistica e iperconnessa, nella società della procreazione assistita e dell’intelligenza artificiale, delle guerre e della deprivazione delle risorse atmosferiche e terrestri. Molti contributi di chi a vario titolo incontra gli adolescenti, li affianca e li sostiene nelle sofferenze e nelle crisi evolutive attraverso molteplici interventi, da quelli preventivi a quelli clinici. Molte le proposte di chi prova a individuare nuove prospettive e nuovi orizzonti per aiutare figli, studenti e giovani pazienti a essere sé stessi a modo loro, ora e nel futuro.
9.00 – 11.00: Ridere e piangere
9.00 – 10.00 | Paolo Kessisoglu – Ridere di dolore
10.00 – 11.00 | Matteo Lancini – Il futuro dell’adolescente e il ruolo degli adulti
11.00 – 13.00: Competenze reali in ambienti artificiali
11.00 – 12.00 | Giovanni Ziccardi – Sistemi morali e legali nel gaming e nel metaverso
12.00 – 13.00 | Antonella Marchetti – Elogio dell’imperfezione: lo spazio dell’errore nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale
14.00 – 16.00: Identità moderne
14.00 – 15.00 | Nadia Santini – Essere non-binary
15.00 – 16.00 | Tommaso Zanella – Tutta colpa dei manga, dei trapper e di internet
16.00 – 18.00: Genitori alla riscossa
16.00 – 17.00 | Chiara Vendramini – Come si riorganizza la genitorialità
17.00 – 18.00 | Tania Scodeggio – Come sostenere il dolore della mamma e del papà
9.00 – 11.00: Contrastare l’esodo
9.00 – 10.00 | Orsola Riva, Gianna Fregonara e Matteo Lancini – La scuola italiana: presente e futuro
10.00 – 11.00 | Cristiano Corsini – Valutare è una cosa seria
11.00 – 13.00: Ritornare sulla scena
11.00 – 12.00 | Federico Cesari e Laura Turuani – Il disagio psichico nelle serie televisive
12.00 – 13.00 | Alessia Lanzi – Riorganizzare la speranza di chi si ritira
14.00 – 16.00: Viva la scuola viva
14.00 – 15.00 | Raffaele Mantegazza – La scuola che vorrei
15.00 – 16.00 | Laura Parolin e Valentina Santarpia – La psicologia scolastica
16.00 – 18.00 | Fare prevenzione è una cosa seria
16.00 – 17.00 | Carmen Giorgio e Marta Rossi Galante – La prevenzione alla violenza di genere: identità e fine della relazione di coppia
17.00 – 18.00 | Leopoldo Romanelli e Filippo Rosa – La prevenzione dei comportamenti a rischio: quello che manca non è l’informazione
9.00 – 11.00: Modelli di presa in carico a confronto
9.00 – 10.00 | Fabio Madeddu – Tra adolescenza e giovane età adulta: narcisismo e difese
10.00 – 11.00 | Maria Svernell – Coltivare la connessione e la fiducia: Promuovere la Modalità-Noi nel trattamento basato sulla mentalizzazione per gli adolescenti
11.00 – 13.00: Tanta ansia e molta paura
11.00 – 12.00 | Loredana Cirillo – Il dolore evolutivo dell’adolescente e del giovane adulto
12.00 – 13.00 | Mauro Di Lorenzo – Adolescenti arrabbiati e bullismo di strada
14.00 – 16.00: Corpi moderni
14.00 – 15.00 | Alessandra Marcazzan – Dal tatuaggio al cutting
15.00 – 16.00 | Elena Riva – Dall’anoressia alla vigoressia
16.00 – 18.00: Per una nuova cultura dell’adolescenza
16.00 – 17.00 | Antonio Piotti e Katia Provantini – Comunità terapeutiche e nuovi servizi
17.00 – 18.00 | Stefano Benzoni e Matteo Lancini – Il futuro: cosa dobbiamo fare
Maggiori info e iscrizioni
L’evento non è organizzato dall’Istituto Minotauro, per maggiori info contattare i recapiti al link soprastante, non la segreteria del Minotauro.